È essenziale stare
in “agguato” e svegli,
pur rimanendo
calmi e rilassati:
è questo il difficile equilibrio
che predispone al silenzio
contemplativo.
La disponibilità vigile
e la pace
sono entrambe necessarie.
Disponibilità,
pace,
rilassamento,
ai quali dovremmo
aggiungere
distacco interiore e umiltà.
È proprio un’ardua impresa,
essere “in agguato di Dio”.
L’io, l’ego,
dovrà tacere, una
volta per tutte, spegnendo
la propria falsa luce, lasciando spazio al buio!
Non è che un misero
lampione di città,
ma riesce a spegnere
le stelle!
Ritorno alla sorgente
Un piccolo suggerimento
per aiutarci a diventare persone di silenzio,
custodi del silenzio.
Affinché tutta la nostra vita sia abitata dal silenzio
che ci prepara all’ascolto dello Spirito
che abita nelle profondità del nostro essere.
Pratiche
fuori della meditazione
- Pensare positivamente. Non criticare gli altri, neppure col pensiero.
- Sviluppare l’atteggiamento che permetta di vivere quotidianamente la realtà significata da una parola o frase, tratta dalla Scrittura o dal nostro cuore (es: Tu!; Mio Signore e mio Dio!; Gesù!; Signore, vieni in mio aiuto!; Rimanete nel mio amore; Ti amo!…), che ha particolare risonanza in noi e ci permette di orientare immediatamente la nostra attenzione a Dio, ogni volta che la pronunciamo.
- Tranquillità, calma (sia fisica che emotiva e mentale). Considerare come tentazione micidiale la tensione e la fretta.
- Considerare come testo fondamentale, per crescere nella trasparenza e silenzio contemplativo, il testo di Mt 6, 25-34 (cfr. Rm 14, 7-8). Leggerlo una volta nella settimana.
- Imparare a non formulare pensieri quando non sia necessario.
- Concentrarsi su Dio e sentire la sua presenza in qualsiasi cosa si faccia o qualsiasi parola si rivolga agli altri.
- Non essere avidi di amore, nel richiamare l’attenzione con conversazioni su cose personali e mai sentirsi male quando gli altri dicono cose non buone di noi: Amare sempre tutto e tutti con amore più maturo e superiore (1Cor 13).
- Avere molta stima e molto amore per il più profondo di se stessi. Essere consapevoli di portare Dio e di essere il Suo tempio. Ricordare che l’amore è la maggior forza antidota per la nostra purificazione.