alla
“Quercia
di
Mamre”

 

Un giorno, Abramo stava riposando
all’ombra della sua tenda,
presso le “querce di Mamre”,
nell’ora più calda.
Dio venne presso di lui.

Anche noi ti proponiamo una sosta
– forse pure tu sei nell’ora più calda della tua vita! –
una “quercia” sotto la quale sederci per incontrare Dio.

 

UNA SPIRITUALITÀ
PER ILLUMINARE IL QUOTIDIANO

Essere liberi, essere liberi in sé, essere se stessi, quale gioia!

Ma occorre morire alla menzogna, a tutte le menzogne del nostro personaggio irrisorio che si agita e tenta di giustificarsi, per rinascere nel Signore. Sapersi accolti da lui, perdonati da lui, ricevere da lui una vita senza limitazioni, dove niente più ci separa, dove la nostra forza si dispiega nel grande soffio dello Spiri­to di Dio. Quale gioia!

La libertà reclamata dagli uomini non è di solito che un impulso senza costrutto, che respinge ogni costrizione per poi sfociare nella distruzione o nel suicidio. Libertà da, libertà contro, e non libertà per. La libertà stessa diventa schiavitù se non trova il suo contenuto luminoso nell’infinito, e in un infinito d’amore.

Uno dei nostri compiti più importanti è il rinnovamento della spiritualità. Il successo della psicanalisi e dello yoga dimostra una certa deficienza del cristianesimo nel campo della vita interiore. Noi manchiamo di una spiritualità che derivi dalla nostra più alta tradizio­ne di preghiera e che allo stesso tempo si adatti lucida­mente alla mentalità dell’uomo d’oggi.

Oggi non si tratta tanto di spezzare e di rifiutare, quanto di pacificare e di illuminare la vita quotidiana. Il mistico non è necessariamente sottoposto a esperienze straordinarie. Possiamo assaporare con trasporto la più umile sensazione, l’incontro in apparenza più banale, e scoprire attraverso le creature il Volto del Risorto. Nella sua luce, tutto passa dalla morte alla vita, dall’assenza alla presenza, dal tempo all’eternità.

Il miracolo della rivelazione cristiana è che l’Abisso non è impersonale: una libertà e un amore senza fondo vi si manifestano, vengono a noi, diventano volto per noi. Sì, Dio è talmente al di là di Dio, che si don­a noi sulla croce, che discende per noi nell’inferno, che accoglie i nostri suicidi come fossero invocazioni. Un Dio crocifisso: ecco il vero messaggio apofatico, ed è ben più che una teologia negativa, è la rivelazione del­l’amore. Il nostro Dio è il Dio vivente.

O. Clément, Dialoghi con Athenagora