Plautilla Nelli
(1524-1588)
monaca domenicana, pittrice
Entrata a quattordici anni nel convento domenicano di Santa Caterina in Cafaggio a Firenze, donna colta e raffinata, suor Plautilla scoprì presto la sua passione per la pittura. Imbevuta della mistica savonaroliana, fu interprete appassionata della poetica figurativa ispirata al magistero di Girolamo Savonarola nel campo delle arti e al nuovo modello di santità femminile disciplinato dalla riforma tridentina. Fu molto conosciuta nell’ambiente pittorico dell’epoca. Persino Giorgio Vasari si soffermò su di lei nella seconda edizione delle Vite (1568), affermando che Plautilla con le sue opere aveva «fatto maravigliare gl’artefici».
Pittrice autodidatta, si esercitò sui disegni della bottega di Fra Bartolomeo (frate domenicano pittore, conosciuto con lo pseudonimo di Baccio della Porta), portando avanti una forma di predicazione in pittura, intrisa di spiritualità domenicana. In un’epoca in cui era proibito alle donne praticare l’arte, lei diede vita a una bottega tutta al femminile all’interno delle mura del suo convento.
Suor Plautilla è considerata “la prima donna artista di Firenze” e “una delle prime donne in Europa che si possano identificare come pittrice di opere religiose su larga scala”.
La sua opera dischiude un mondo religioso, culturale e personale. Donna forte, sensibile, intraprendente e impegnata nel sociale, fu una femminista ante litteram: nei suoi dipinti la presenza femminile è sempre protagonista. Alcuni lo attribuiscono al fatto che non avesse una conoscenza del corpo umano maschile, ma, forse, fu una sua libera scelta. Un esempio su tutti è la sua ‘Pentecoste’ di Perugia, in cui si scorgono alcuni apostoli e poi moltissime donne intorno alla Madonna. Una versione che non si era mai vista prima.
Viene considerata la prima pittrice fiorentina di cui si conservano opere. Tuttavia, la maggior parte delle sue tele – dipinte per il convento di Santa Caterina – oggi risultano distrutte, o situate in altro loco. Le si possono attribuire con certezza solo tre opere.
A lei viene riferita, inoltre, l’immagine più nota di santa Caterina de’ Ricci, con un’iconografia a mezzo busto che venne poi ricalcata anche per altre sante monache toscane, come santa Maria Maddalena de’ Pazzi, o la stessa santa Caterina da Siena. Una caratteristica ricorrente nei suoi ritratti di santa Caterina è la presenza di una lacrima, segno della capacità femminile di entrare in empatia con il Cristo della passione.