Fatto sta che fondando
il suo ordine dei predicatori
aveva imposto
un modello religioso
che doveva durare nei secoli,
e che si può comprendere unicamente
a condizione
non soltanto di definire
l’idea stesso che l’aveva fondato,
ma di collegarlo al contesto preciso
che l’aveva visto nascere e svilupparsi.

È nato contro l’eresia.
È un modo per dire che è nato dall’eresia.
Perché, al contrario di tanti altri
che avevano cercato di combatterla,
Domenico aveva ascoltato il messaggio dell’eresia.
E l’aveva compreso.

M. Roquebert

DOMENICO
L’incontro con Dio vivente nella storia

 

   L’arte di leggere la musica, per quanto necessaria, non ha mai creato un buon musicista.
La vita evangelica obbedisce alle stesse leggi. Non è dal numero delle dotte conferenze spirituali, dei libri studiati, dei maestri consultati, che si riconosce il vero discepolo. La conversione a Cristo avviene in un istante, non importa che siano stati compiuti altri passi oppure no. Ci si dice: «Dio è qui, aspetta me», e si viene immediatamente proiettati in un’altra dimensione. Questa fu, per Domenico, l’avventura di Palencia.

   Domenico si trova a Palencia, dove studia la Bibbia con passione. Sopraggiunge una carestia che devasta il paese. Domenico non è ricco: se vuole aiutare gli affamati, non gli resta che vendere la sua Bibbia. Nel Medioevo, un libro è una piccola fortuna; per di più, quello è il suo strumento di lavoro, e molto prezioso, poiché ai margini o tra le righe Domenico riporta i commenti che ascolta. Ma non è forse giunto il momento di mettere in pratica ciò che ha imparato da quello stesso libro: «Vendi tutto quello che hai», tutto; e ancora: «Tutti costoro hanno dato del loro superfluo, essa invece, nella sua miseria, ha dato tutto quello che aveva per vivere». Come i primi monaci, e come tanti altri dopo di loro, Domenico vende quel libro nel quale ha imparato che deve lasciare tutto. Fratello Stefano glielo sente raccontare con questo commento: «Non voglio studiare sopra pelli morte mentre degli uomini muoiono di fame». Domenico sa, lo ha letto chiaramente – ad esempio in sant’Agostino -, che quando non viene interiorizzato e messo in pratica, il Vangelo diventa una lettera che distrugge, pelle morta, un libro senza valore.

   In quella che io chiamo la «conversione di Palencia», sono due gli aspetti che caratterizzano il cammino di Domenico. Mentre nella maggioranza dei casi i suoi predecessori vendono la Bibbia nell’ambito di un cammino personale e interiore di assimilazione del suo messaggio, qui è la pressione degli avvenimenti che dà a Domenico l’idea di compiere il passo. In questo modo può, con un unico gesto (simul), obbedire al consiglio del Signore e soccorrere i poveri. D’altra parte questo gesto è contagioso. «Trascinati dal suo esempio, parecchi ecclesiastici di grande autorità si misero fin da quell’istante a predicare con lui. Secondo quanto il testimone udì raccontare, alcuni giorni dopo il beato venne nel paese tolosano insieme al vescovo di Osma per predicare, in particolar modo contro gli eretici, e fu là che istituì l’ordine dei Frati Predicatori». Così, secondo Stefano, provinciale di Lombardia, esiste un legame organico tra il gesto di Domenico studente e la fondazione dell’Ordine, benché essa, in realtà, sia avvenuta dieci anni più tardi. Si tratta comunque di un breve racconto che contribuisce a chiarire la conoscenza dei primi Predicatori sulle proprie origini.

   A questi due aspetti si aggiunge un’annotazione, ugualmente preziosa: si tratta della descrizione dello stato d’animo di Domenico. Giordano lo descrive «commosso dalla miseria dei poveri e ardente di compassione»; Stefano, «interamente preso da compassione e misericordia»; Giovanni di Spagna, «pieno di pietà e spinto dalla carità».
   I compagni di Domenico fanno a gara nel sottolinearne il grande equilibrio d’animo, eppure lui si commuove fino alle lacrime per la miseria materiale o spirituale. Essa fa nascere in lui un sentimento di compassione, di misericordia, di carità, un desiderio che non gli darà un attimo di tregua.

(Cf. J. R. Bouchet, San Domenico, la passione dell’annuncio)